La primissima fibra ottica è stata brevettata nel 1956 per uso medico, nel processo di sviluppo di un gastroscopio. La perdita di segnale (attenuazione) subita dalla luce all’interno della fibra risultava essere molto alta, fatto che ne limitava l’utilizzo alle sole brevi distanze.
La vera rivoluzione nel mondo delle Telecomunicazioni avvenne negli anni Sessanta quando Charles Kao, ricercatore della Standard Telecommunication Laboratory (colosso inglese nella produzione di cavi telefonici), intuì che l’attenuazione delle fibre contemporanee era causata dalle impurità presenti nel vetro.
Nel suo articolo pubblicato nel 1966 dimostrò che si poteva sviluppare una fibra ottica in vetro altamente puro da trasportare l’energia luminosa anche su lunghe distanze.
Il limite teorico di attenuazione ipotizzato da C. Kao per permettere la trasmissione della luce su lunghe distanze era di 20 dB/km, un ordine di grandezza inferiore di circa 10 volte rispetto al cavo coassiale.
La sfida lanciata da C. Kao venne accolta da un gruppo di ricercatori della Corning, azienda statunitense produttrice di vetro.
Nel 1970 è stata prodotta la prima fibra ottica utilizzata nelle telecomunicazioni, che aveva le seguenti caratteristiche:
- attenuazione inferiore ai 17 dB/km
- capacità di trasporto del segnale 65.000 volte maggiore rispetto al rame.
Da allora i progressi tecnologici nella produzione di fibra hanno portato ad attenuazioni dell’ordine dei 0,2 dB/km.
Il primo cavo transatlantico ad usare fibra ottica iniziò ad operare nel 1988 e ad oggi tutta la rete principale (dorsale) in Italia è totalmente realizzata in fibra ottica.